Aforisma di Woody Allen: “il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l’imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile“.
Della campagna Be Stupid di Diesel se ne è parlato in lungo e largo su tutti gli organi di informazione possibili, un bombardamento a tappeto che ha visto i cartelloni pubblicitari quali grandi protagonisti del movimento degli stupidi. Non ho idea di quale milionario investimento sia stato fatto per coprire in modo così capillare le città, so soltanto che il messaggio sarebbe passato anche con qualche 6×3 in meno.
Un claim sicuramente provocatorio, che fa discutere e che smuove le acque, ci si schiera, ci sono gli stupidi contenti che vedono qualcuno che li valorizza, gli stupidi offesi perchè non si riconoscono minimamente nelle persone raffigurate sui poster, gli intelligenti che se la ridono pensando a tanta stupidità, quelli che non si capacitano del fatto che gli stupidi siano diventati così famosi e quelli che non capiscono perchè avere le storie sia più importante che fare la storia. I fan sono nettamente i più contenti, almeno a giudicare dai commenti sulla fanpage. Detto da un colosso come Diesel fa tutto un altro effetto, forse un brand meno noto sarebbe stato massacrato.
Renzo Rosso, in un’intervista apparsa sul Corriere dice che per lui gli stupidi sono “Mandela, Martin Luther King, Gandhi e oggi Obama, che ha il coraggio di andare avanti sulla riforma sanitaria“, non capisco perchè questo ragionamento ha portato a raffigurare ragazze intente a fotografarsi il seno e la passera o ragazzi che provano ad inserirsi di testa in una cassetta postale, più che da stupidi è da dementi, anche perchè la parola stupido non è neanche così offensiva.
Sta di fatto che sono nati gruppi di protesta, parodie dissacranti e azioni di boicottaggio da parte delle università.
Dopo questa filippica, volevo concludere con quanto accaduto a Sanremo, dove l’agenzia Piano B ha realizzato la parte meno convenzionale ma forse più divertente della campagna, si è manifestata attraverso una serie di attività che rientrano pienamente nella filosofia Be Stupid. Dai ragazzi “scotchati” e appiccicati su un billboard a qualche metro di altezza da terra, ai cartelli Be Stupid che immortalavano persone di tutte le età intente a guadagnarsi un breve momento di celebrità.
Della campagna Be Stupid di Diesel se ne è parlato in lungo e largo su tutti gli organi di informazione possibili, un bombardamento a tappeto che ha visto i cartelloni pubblicitari quali grandi protagonisti del movimento degli stupidi. Non ho idea di quale milionario investimento sia stato fatto per coprire in modo così capillare le città, so soltanto che il messaggio sarebbe passato anche con qualche 6×3 in meno.
Un claim sicuramente provocatorio, che fa discutere e che smuove le acque, ci si schiera, ci sono gli stupidi contenti che vedono qualcuno che li valorizza, gli stupidi offesi perchè non si riconoscono minimamente nelle persone raffigurate sui poster, gli intelligenti che se la ridono pensando a tanta stupidità, quelli che non si capacitano del fatto che gli stupidi siano diventati così famosi e quelli che non capiscono perchè avere le storie sia più importante che fare la storia. I fan sono nettamente i più contenti, almeno a giudicare dai commenti sulla fanpage. Detto da un colosso come Diesel fa tutto un altro effetto, forse un brand meno noto sarebbe stato massacrato.
Renzo Rosso, in un’intervista apparsa sul Corriere dice che per lui gli stupidi sono “Mandela, Martin Luther King, Gandhi e oggi Obama, che ha il coraggio di andare avanti sulla riforma sanitaria“, non capisco perchè questo ragionamento ha portato a raffigurare ragazze intente a fotografarsi il seno e la passera o ragazzi che provano ad inserirsi di testa in una cassetta postale, più che da stupidi è da dementi, anche perchè la parola stupido non è neanche così offensiva.
Sta di fatto che sono nati gruppi di protesta, parodie dissacranti e azioni di boicottaggio da parte delle università.
Dopo questa filippica, volevo concludere con quanto accaduto a Sanremo, dove l’agenzia Piano B ha realizzato la parte meno convenzionale ma forse più divertente della campagna, si è manifestata attraverso una serie di attività che rientrano pienamente nella filosofia Be Stupid. Dai ragazzi “scotchati” e appiccicati su un billboard a qualche metro di altezza da terra, ai cartelli Be Stupid che immortalavano persone di tutte le età intente a guadagnarsi un breve momento di celebrità.
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